Festival 2016: Geo-grafie fuori rotta

GEO come mondo, come situazione geopolitica attuale che presenta situazioni di crisi e di sfida per tanti popoli. Ma anche GEO come terra, come suolo, casa comune di popoli e persone.

GRAFIE come storie di uomini e donne che abitano questa terra e con le loro vite la solcano e la riempiono… dunque GRAFIE come possibilità per ognuno di lasciare il segno dentro questa storia.

E anche GEO-GRAFIE come mappe mentali, come immaginario delle genti e anche di noi, del nostro territorio, mappe che da un lato sembrano inamovibili, dall’altro sono continuamente ricombinate da ciò che avviene, ai confini e all’interno dei territori stessi.

e FUORIROTTA perché tutte queste storie, queste sensazioni, ci spiazzano, soprattutto in questo tempo, nel quale il muoversi imprevisto di tanta gente, imprevisto per molti, secondo rotte geografiche e culturali che non credevamo possibili, ci portano su piani di vita altri rispetto a quelli che avevamo immaginato e programmato.

Quindi anche noi siamo provocati ad adattarci, con spirito resiliente, a quanto ci va accadendo attorno. Ciò significa affrontare creativamente i mutamenti così veloci di tante GeoGrafie spaziali e culturali, di cui i flussi di persone in migrazione costituiscono una spia potente, ma non unica.

Ciò significa attraversare confini mentali, decidere come muoversi avendo attenzione e rispetto della terra sulla quale si cammina e di chi ci sta attorno. Per poter riuscire a trasformare spiazzamenti, rischi, paure, fatiche in opportunità di futuro condiviso, e non rassegnato, non arreso.

Un cammino di ricerca possibile solo costruendoci come parte di una comunità, facendo crescere comunità di azioni e di scelte attorno a queste possibilità.